In una delle prime fasi del mio apprendistato, don Juan affermò che l'obiettivo dei suoi insegnamenti era «mostrare come diventare un uomo di sapere».
Partendo da tale affermazione, risulta evidente che diventare un uomo di sapere è un obiettivo operativo, così come è ovvio che ciascuna parte degli ordinati insegnamenti di don Juan era, in un modo o nell'altro, mirata al raggiungimento di tale obiettivo.
In base alla mia argomentazione, definire «uomo di sapere» un obiettivo operativo è indispensabile per spiegare un determinato «ordine operativo».
Perciò è lecito concludere che, per capire l'ordine operativo, è necessario comprendere il suo obiettivo: uomo di sapere.
Dopo aver stabilito che «uomo di sapere» rappresenta la prima unità strutturale, mi è stato possibile ordinare con cognizione di causa i sette concetti che seguono come le sue legittime parti costitutive:
(1) diventare un uomo di sapere è una questione di apprendimento;
(2) un uomo di sapere ha un intento inflessibile;
(3) un uomo di sapere possiede la chiarezza mentale;
(4) diventare un uomo di sapere richiede un duro lavoro;
(5) un uomo di sapere è un guerriero;
(6) diventare un uomo di sapere è un processo continuo;
(7) un uomo di sapere ha un alleato.
Questi sette concetti costituiscono i temi che ricorrevano negli insegnamenti di don Juan, determinando il carattere di tutto il suo universo conoscitivo.
Poiché l'obiettivo operativo dei suoi insegnamenti è quello di produrre un uomo di sapere, tutto ciò che insegnava era pervaso dalle caratteristiche specifiche di ciascun tema.
Insieme, danno vita al concetto di «uomo di sapere» come modo di agire, un comportamento che è il risultato di un lungo e pericoloso addestramento che, tuttavia, non è una guida al comportamento, ma un insieme di princìpi comprendenti tutte le circostanze non ordinarie relative alla conoscenza trasmessa.
Ciascun tema è a sua volta suddiviso in ulteriori concetti che coprono le sue diverse sfaccettature.
Le affermazioni di don Juan facevano supporre che un uomo di sapere avrebbe potuto essere un diablero, ovvero uno stregone di magia nera.
Egli dichiarò che il suo benefattore era un diablero, e che lui stesso lo era stato in passato, anche se in seguito aveva smesso di occuparsi di determinati aspetti legati a questa pratica.
Dal momento che l'obiettivo dei suoi insegnamenti era mostrare come diventare un uomo di sapere, e poiché le sue conoscenze riguardavano l'arte degli stregoni, potrebbe esserci stato un rapporto intrinseco tra uomo di sapere e diablero.
Sebbene don Juan non avesse mai usato i due termini in modo intercambiabile, la probabilità di una loro connessione determina la possibilità teorica che il concetto di «uomo di sapere», insieme ai sette temi e alle unità costitutive, copra tutte le circostanze che potrebbero verificarsi nell'apprendimento dell'arte dei diabhros.
Diventare un uomo di sapere è una questione di apprendimento
Il primo tema lascia intendere che l'apprendimento sia l'unico modo per diventare un uomo di sapere, cosa che a sua volta implica impegno e determinazione per raggiungere tale obiettivo: è il risultato finale di un processo, e come tale si differenzia da un'acquisizione immediata ottenuta per mezzo di un atto di grazia o di un conferimento da parte di poteri soprannaturali. Se è un processo plausibile, allora deve per forza esistere un sistema per insegnare a realizzarlo.
Il primo tema comprende tre unità costitutive:
(1) non esistono requisiti espliciti per diventare un uomo di sapere;
(2) esistono alcuni requisiti impliciti;
(3) è un potere impersonale che decide chi può imparare a diventare un uomo di sapere.
Apparentemente non c'erano condizioni esplicite che stabilissero chi era qualificato per l'apprendimento e chi non lo era: in teoria, il compito era aperto a tutti coloro che desideravano intraprenderlo; in pratica, tuttavia, questa posizione contrastava con il fatto che era don Juan, in qualità di maestro, a scegliere i suoi apprendisti.
Date le circostanze, qualsiasi maestro avrebbe selezionato i discepoli in base a qualche requisito implicito.
La natura specifica di queste condizioni non venne mai dichiarata; don Juan accennò soltanto ad alcuni indizi che bisognava tenere a mente quando si valutava un potenziale apprendista.
Gli indizi a cui accennava avrebbero mostrato se il candidato aveva una certa disposizione caratteriale, che don Juan chiamava «intento inflessibile».
La decisione finale, tuttavia, veniva lasciata a un potere impersonale noto a don Juan, ma indipendente dalla sua volontà, che aveva il compito di indicare la persona giusta consentendogli di compiere un'impresa straordinaria, oppure creando un insieme di circostanze particolari che la riguardavano.
Per questo motivo, non c'era mai un conflitto tra l'assenza di requisiti espliciti e l'esistenza di condizioni implicite e segrete.
L'uomo che aveva superato la selezione diventava apprendista. Don Juan lo chiamava escogido, il «prescelto».
In realtà, era qualcosa di più di un semplice apprendista, perché, per il solo fatto di essere stato scelto da un potere, era considerato diverso dagli uomini normali.
Era già il destinatario di una dose minima di potere, che sarebbe aumentata nel corso dell'apprendistato.
L'apprendimento, tuttavia, è un processo di ricerca continua e il potere che ha preso la decisione iniziale, o un potere simile, avrebbe stabilito anche se un escogido avesse potuto continuare a imparare o se fosse stato sconfitto.
Tali decisioni si manifestano attraverso alcuni segni che appaiono nel corso dell'insegnamento. Sono considerati segni tutte le circostanze particolari nel quale l'apprendista viene a trovarsi.
Un uomo di sapere ha un intento inflessibile
L'idea che un uomo di sapere avesse bisogno di un intento inflessibile si riferisce all'esercizio della volontà.
Avere un intento inflessibile significa possedere la volontà di svolgere tutte le operazioni necessarie per mantenersi costantemente entro i rigidi confini della conoscenza trasmessa.
Un uomo di sapere ha bisogno di una volontà ferrea per sopportare il carattere vincolante di ogni azione compiuta nel contesto del proprio sapere.
L'obbligatorietà di tali azioni, così come la loro natura inflessibile e precostituita, sono senza dubbio spiacevoli per ogni uomo, e per questo motivo una minima dose di intento inflessibile è l'unico requisito implicito che un potenziale apprendista deve possedere.
L'intento inflessibile è suddiviso in :
(1) frugalità
(2) integrità di giudizio
(3) mancanza di libertà di innovare
La frugalità è una caratteristica indispensabile per un uomo di sapere, perché la maggioranza delle azioni obbligatorie ha a che fare con esempi o elementi che esulano dai confini della normale vita quotidiana, oppure sono inconsueti per l'attività ordinaria, e l'uomo che agisce conformemente a essi deve compiere uno sforzo straordinario ogni volta che porta a termine un'azione.
Ne consegue che è necessario essere frugali riguardo a qualsiasi altra attività che non abbia direttamente a che fare con questo tipo di azioni.
Dal momento che esse sono precostituite e obbligatorie, un uomo di sapere deve anche possedere integrità di giudizio.
Questo concetto non implica l'esercizio del senso comune, ma la capacità di valutare le circostanze relative al bisogno di agire.
Una guida per tale valutazione deriva dal mettere insieme, come giustificazioni logiche, tutte le parti dell'insegnamento a disposizione in ogni momento in cui l'azione deve essere compiuta.
Di conseguenza, la guida cambia man mano che si imparano nuove cose, ma implica sempre la convinzione che ogni azione obbligatoria è, di fatto, la più appropriata in quelle circostanze.
Poiché tutte le azioni sono prestabilite e obbligatorie, la loro realizzazione comporta la mancanza di libertà di innovare.
Il sistema di trasmissione del sapere di don Juan era così ben strutturato da non lasciare spazio ad alcuna modifica.