1. Il santo Issa insegnò cosi al popolo d'Israele per tre anni, in ogni città, in ogni villaggio, sulle strade e le pianure, e tutto ciò che aveva annunciato si realizzava.2. In quel tempo, i servitori travestiti del governatore Pilato lo tenevano sotto stretta osservazione, ma non l'udirono mai dire qualcosa che assomigliasse ai rapporti un tempo presentati dai capi delle città su Issa.
3. Ma il governatore Pilato, spaventato dall'eccessiva popolarità del santo Issa che, a dar credito ai suoi avversari, voleva sollevare il popolo per farsi nominare re, ordinò a una delle sue spie di accusarlo.
4. Allora si incaricarono i soldati di procedere al suo arresto, ed egli venne chiuso in una cella sotterranea in cui vari supplizi gli furono inflitti con l'intento di obbligarlo ad autoaccusarsi, il che avrebbe consentito di metterlo a morte.
5. Il Santo, non pensando ad altro che alla beatitudine perfetta dei suoi fratelli, sopportò le sofferenze in nome del suo Creatore.
6. I servitori di Pilato continuarono a torturarlo e lo indussero in uno stato di estrema debolezza; ma Dio era con lui, e non permise che morisse.
7. Venendo a sapere quali sofferenze e torture subiva il loro santo, i principali sacerdoti e i saggi anziani andarono a pregare il governatore di mettere Issa in libertà in occasione di una grande festa che si avvicinava.
8. Ma il governatore rifiutò seccamente la loro richiesta. Essi lo pregarono allora di far comparire Issa davanti al tribunale degli anziani, affinché venisse condannato o assolto prima della festa; a questo Pilato diede il suo consenso.
9. Il giorno dopo il governatore fece riunire i principali capitani, sacerdoti, saggi anziani ed esperti della legge allo scopo di far loro giudicare Issa.
10. Il santo venne tirato fuori dalla prigione e fatto sedere davanti al governatore in mezzo a due briganti che andavano giudicati contemporaneamente a lui, per mostrare alla folla che non sarebbe state l'unico condannato.
11. E Pilato, rivolgendosi ad Issa, disse: "O uomo! E' vero che sollevi gli abitanti contro le autorità con 1'intenzione di diventare tu stesso re d'Israele?"
12. "Non si diventa re per propria volontà - rispose Issa - e ti hanno mentito dicendoti che io sollevavo il popolo. Ho sempre parlato soltanto del Re dei Cieli, e insegnavo al popolo ad adorare lui.
13. Perché i figli d'Israele hanno perso la loro purezza originaria e se non si rivolgono al vero Dio, saranno sacrificati e il loro tempio cadrà in rovina.
14. Il potere temporale mantiene l'ordine in un paese; io insegnavo loro dunque a non dimenticare questo, e dicevo loro: "Vivete conformemente alla vostra situazione e alla vostra fortuna, per non turbare l'ordine pubblico", e li esortavo anche a ricordarsi che il disordine regnava nel loro cuore e nella loro mente.
15. E infatti il Re dei Cieli li ha puniti e ha eliminato i re delle loro nazioni; e tuttavia, dicevo loro, se vi rassegnate alla vostra sorte, in ricompensa vi sarà riservato il Regno dei Cieli".
16. In quel momento vennero introdotti i testimoni; uno di essi depose cosi: "Tu hai detto al popolo che il potere temporale non era nulla in confronto a quello del Re che ben presto avrebbe affrancato gli israeliti dal giogo pagano".
17. "Tu sia benedetto - disse Issa - per aver detto la verità; il Re dei cieli e più grande e più potente della legge terrena, e il suo Regno sorpassa tutti i regni di quaggiù.
18. E non è lontano il tempo in cui, conformemente alla volontà divina, il popolo di Israele si purificherà dei suoi peccati, perché è detto che un precursore verrà ad annunciare la liberazione del popolo e lo riunirà in un'unica famiglia".
19. E il governatore, rivolgendosi ai giudici: "Sentite? L'israelita Issa confessa il crimine di cui è accusato. Giudicatelo dunque secondo le vostre leggi e pronunciate contro di lui la pena capitale".
20. "Noi non possiamo condannarlo - risposero i sacerdoti e gli anziani. - Hai appena udito tu stesso che egli alludeva al Re dei Cieli, e che non ha predicato ai figli nulla che costituisse insubordinazione contro la legge".
21. Il governatore mandò allora a chiamare il testimone che, su istigazione del suo padrone Pilato, aveva tradito Issa; quest'uomo venne e rivolgendosi a Issa: "Non ti facevi forse passare per il re d'Israele quando dicevi che colui che regna nei Cieli ti aveva inviato preparare il suo popolo?"
22. E Issa, dopo averlo benedetto, gli disse: "Tu sarai perdonato, perché ciò che dici non viene da te!" Poi, rivolgendosi al governatore: "Perché umiliare la tua dignità, e perché insegnare ai tuoi sottoposti a vivere nella menzogna, quando, anche senza questo, tu hai il potere di condannare un innocente?"
23. A queste parole il governatore entrò violentemente in collera, e ordinò la condanna a morte di Issa e, invece, la liberazione dei due briganti.
24. Dopo essersi consultati fra loro, i giudici dissero a Pilato: "Noi non assumeremo sul nostro capo il grande peccato di condannare un innocente e di liberare dei banditi, cosa contraria alle nostre leggi.
25. Fai dunque come credi". Avendo detto questo i sacerdoti e i saggi anziani uscirono e si lavarono le mani in un vaso sacro dicendo: "Noi siamo innocenti della morte del giusto".