Io mi fido.
Completamente.
Non in ciò che vedo.
Non in ciò che tocco.
Non delle parole che sento.
Non delle persone.
Non di questo mondo.
Non di me.
Io mi fido.
Completamente.
Non in ciò che vedo.
Non in ciò che tocco.
Non delle parole che sento.
Non delle persone.
Non di questo mondo.
Non di me.
Respirate in profondità.
E siate presenti.
L' attenzione vi porta in Alto.
Molto avviene nella coscienza
di chi Cerca.
Siate esploratori.
Siate ribelli.
Io non sono ciò che sembro.
È un' illusione della mente che disegna la mia identità. Io so di essere. E mi adatto agli eventi, reagisco e cambio. Sono in continuo divenire senza definizione. E questo è il mio Atteggiamento rispetto a ciò
che si fa chiamare "Me".
Da quando sei nata
sulla Terra, la tua anima ha sempre saputo.
E ora anche il tuo corpo
lo sa. La tua coscienza Vede.
C'è una tribù in Africa, dove la data di nascita di un figlio non viene conteggiato da quando nasce, né da quando è concepito, ma dal giorno in cui il bambino era un pensiero nella mente di sua madre.
La libertà sei tu.
Sei nato proprio qui. Dove nulla turba il tuo cuore. Nulla finché non lo vuoi.
Tu non sei le tue emozioni. Sono il regalo per te qui. Ne fai parte mentre le vivi. Ti fondi con esse per arrivare al centro di te. Quel focolare all'interno. Il luogo remoto, dove la sensazione innesca coscienza, dove ogni comprensione nasce. L'emozione è esperienza. È il mezzo. Per arrivare dove? Ovunque.
Alla fine del III° secolo della nostra era si celebrava il 25 dicembre una festa istituita da Aureliano, che fu imperatore dal 270 al 285 D.C., il "dies natalis Solis Invicti", il Natale del Sole Invitto, ovvero la rinascita sull'orizzonte del nuovo sole che era simbolicamente morto al solstizio d'inverno, cioè era giunto al punto più basso dell'orizzonte, ma che già il 25 era risalito percettibilmente sull'orizzonte, cioè era "rinato" e diventava "invincibile" (invictus) sulle tenebre nelle quali era parso sprofondare poco prima.
Nel ventre di una madre c'erano due bambini. Uno ha chiesto all'altro:
"ci credi in una vita dopo il parto?"
L'altro ha risposto :
"e' chiaro. Deve esserci qualcosa dopo il parto. Forse noi siamo qui per prepararci per quello che verrà più tardi". "sciocchezze", Ha detto il primo.
Interrogante: Voi usate diverse parole per dire percezione. Talvolta dite "percezione", ma anche "osservare", "capire", "comprendere", "essere consapevole di". Mi sembra che usiate tutte queste parole per indicare una sola cosa: vedere chiaramente, completamente, interamente.
Si può vedere qualcosa totalmente? Non dico a livello fisico o tecnico, ma a livello psicologico è possibile percepire, comprendere qualcosa totalmente? Non c'è sempre una parte nascosta per cui si ha sempre una visione parziale? Le sarei molto riconoscente se potesse trattare questo argomento in modo molto vasto. Sento che è una questione importante, che potrebbe fornire una traccia per molti altri fatti della vita.
Camminidiluce è un luogo di incontro e di scambio di esperienze e conoscenze che ognuno di noi vive quando vuole seguire il sentiero della sua Anima, ma anche una guida di informazioni su varie tecniche naturalistiche e alternative che non intendono comunque sostituirsi a cure mediche prescritte.
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