Il primordiale celestiale cobalto,
si perdeva sugl'alti flutti del rosso drappo
imprigionato nella sinfonia delle mie mani danzanti.
Nudo,
il mio corpo,
si librava leggero nell'eterico aroma mattutino,
fremevo di gioia,
sfiorando il tenero suolo della sconfinata smeraldina pianura
lontano.....all'orizzonte......
l'aurora giocava sui frastagliati picchi,
dipingendo delicate pennellate di calore..
Ballava la mia piccola consapevolezza nell'anima della Terra,
e la verde foresta esplode intorno alle mie membra,
antiche eroiche gesta,
s'ergono dall'oscura dimenticanza
tra i rulli,
dei tamburi sepolti nel profondo ventre della selva.
Lieve,
il canto del passato,
asceso avvolgente nel suo profumo
sulla mia pelle,
il Vecchio albero della Sapienza,
affondava le sue radici
nel misterioso lago della Conoscenza,
mentre,
i colori dell'iride,
in sfere di luce,
solcavano soffici l'aria,
guidandomi nei chiaro scuri delle tintinnanti foglie.
Un castello,
di consumata roccia,
giaceva assopito tra i rampicanti,
sotto l'argentea silenziosa luna,
una torre, squarciata,
fiera s'offriva alla furia degl'elementi,
il tarlato pontile,
posava fragile sul seminterrato fossato,
dall'acquitrino, plumbei vapori,
soffocavano pallide canne di bambù.
Sussultò il gracile ponte
nell'istante in cui l'oscura soglia venne a me,
nell'Antro,
ritrovai la pienezza del grembo materno,
navigai per il lungo corridoio,
sul fondale, da una socchiusa porta
il lucciolare di un caminetto.
Al mio tocco,
i perni girarono estasiati in una melodia di flauto,
una femminile creatura osservava il focolare,
nero il suo affascinante vestito,
un tavolo, due calici e un'anfora al suo fianco.
La dama, seducente
m'invitò a banchetto,
versando ambrato nettare
nelle coppe
dicendo:
- Io sono la Signora tua Morte,
dal mio calice brinderò la tua Vita,
limitato ti è il tempo per gustare
i desideri.......i sogni....
contenuti nella tua,
non attendere,
verrò lo stesso.-
Non temere mia Signora,
nessuna goccia di questo nettare
sarà sprecata, tutta la sua fragranza,
sarà da me assaporata,
e quando,
l'ultima stilla
discenderà nel mio intimo,
la Bianca Rosa Libertà
fiorirà alata
nel suo eterno Principio.
Dario 21/2/1992
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