Onda di Vento e Amore!

Una perfetta espressione della Libertà

Una perfetta espressione della Libertà

Un bel video realizzato dal mio amico Manuel, un breve viaggio attraverso l'infinito

 

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Il Silenzio (di Jiddu Krishnamurti)

Il Silenzio (di Jiddu Krishnamurti)
Silenzio

Il silenzio ha molte qualità.

C'è il silenzio fra due rumori, il silenzio fra due note e il silenzio che si allarga nell'intervallo fra due pensieri. 

C'è il singolare, quieto, pervadente silenzio che si diffonde in campagna alla sera ; c’è il silenzio nel quale si ode il latrato di un cane in lontananza o il fischio di un treno che arranca per una ripida salita; il silenzio che regna in una casa quando tutti sono andati a letto, e il suo particolare risalto quando ti svegli nel cuore della notte e ascolti un gufo gridare nella valle; e c’è il silenzio che precede le risposte della compagna del gufo.

C’è il silenzio di una vecchia casa abbandonata, e il silenzio di una montagna; il silenzio fra due esseri umani quando hanno visto la stessa cosa, sentito la stessa cosa, e agito. 

Quella notte, specialmente in quella valle remota con le antichissime colline e i loro macigni di forma singolare, il silenzio era reale come la parete che toccavi. E tu guardavi dalla finestra le stelle luccicanti.

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A Scuola dallo Stregone (P.7) Chiarezza Mentale

A Scuola dallo Stregone (P.7) Chiarezza Mentale
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Un uomo di sapere possiede la chiarezza mentale

La chiarezza mentale è il tema che fornisce un sen­so di direzione.

Il fatto che tutte le azioni siano preco­stituite significa che l'orientamento nell'ambito delle conoscenze trasmesse è ugualmente prestabilito.

Di conseguenza, la chiarezza mentale fornisce soltanto un senso di direzione, riconfermando continuamente la validità del percorso intrapreso attraverso le idee co­stitutive di

1 libertà di cercare una strada,

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A Scuola dallo Stregone (P.6) Uomo di Sapere

A Scuola dallo Stregone (P.6) Uomo di Sapere
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In una delle prime fasi del mio apprendistato, don Juan affermò che l'obiettivo dei suoi insegnamenti era «mostrare come diventare un uomo di sapere».

Parten­do da tale affermazione, risulta evidente che diventare un uomo di sapere è un obiettivo operativo, così come è ovvio che ciascuna parte degli ordinati insegnamenti di don Juan era, in un modo o nell'altro, mirata al rag­giungimento di tale obiettivo.

In base alla mia argo­mentazione, definire «uomo di sapere» un obiettivo operativo è indispensabile per spiegare un determina­to «ordine operativo».

Perciò è lecito concludere che, per capire l'ordine operativo, è necessario comprende­re il suo obiettivo: uomo di sapere.

Dopo aver stabilito che «uomo di sapere» rappresen­ta la prima unità strutturale, mi è stato possibile ordi­nare con cognizione di causa i sette concetti che se­guono come le sue legittime parti costitutive:

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A Scuola dallo Stregone (P.5) I 4 Nemici Naturali

A Scuola dallo Stregone (P.5) I 4 Nemici Naturali
Paura

«Quando un uomo comincia a imparare, non ha mai obiettivi chiari. Il suo scopo è impreciso, il suo intento vago. Spera di ricevere compensi che non si materia­lizzeranno mai, perché non sa ancora nulla delle diffi­coltà che bisogna affrontare per imparare.

«Piano piano inizia a imparare, all'inizio un poco al­la volta, poi più velocemente. Presto i suoi pensieri coz­zano, perché quello che impara è diverso da ciò che si era immaginato, o su cui aveva fantasticato, e così ini­zia ad avere paura. Imparare non è mai come uno se lo aspetta. Ogni fase rappresenta un nuovo compito, e la paura provata dall'uomo comincia ad aumentare sen­za pietà, inesorabilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia.

«Ecco che si imbatte nel primo dei suoi nemici natu­rali: la Paura! Un nemico terribile, insidioso e difficile da sconfiggere. Si nasconde dietro ogni angolo, vaga in cerca di una preda e aspetta. Se l'uomo, terrorizzato dalla sua presenza, fugge via, la sua ricerca sarà com­promessa per sempre.»

«Che cosa succede all'uomo che fugge in preda al pa­nico?»

«Niente, a parte il fatto che non imparerà mai. Non diventerà mai un uomo di sapere. Forse sarà un pre­potente, o un innocuo vigliacco; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri.»

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A Scuola dallo Stregone (P.4) Il Primo Alleato

A Scuola dallo Stregone (P.4) Il Primo Alleato
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Mi svegliai sabato verso le tre del pomeriggio, dopo aver dormito per quasi due giorni. A parte un leggero mal di testa, il senso di nausea e fitte all'intestino, il mio risveglio fu normale. Don Juan era seduto davan­ti a casa, e schiacciava un pisolino. Quando si accorse della mia presenza, mi sorrise.

«E andato tutto bene l'altra notte» disse. «Hai visto rosso ed è tutto ciò che conta.»

«Che cosa sarebbe successo se non avessi visto ros­so?»

«Avresti visto nero, e quello è un brutto segno.»

«Perché?»

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A Scuola dallo Stregone ( terza parte)

A Scuola dallo Stregone ( terza parte)
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Ieri notte don Juan mi introdusse nel regno del suo sapere. Eravamo seduti al buio davanti a casa sua. Im­provvisamente, dopo un lungo silenzio, cominciò a par­lare. Disse che mi avrebbe dato un consiglio usando le stesse parole del suo benefattore il primo giorno di ap­prendistato. Evidentemente sapeva la frase a memo­ria, perché la ripetè più volte per assicurarsi che non ne perdessi neanche una parola:

«Un uomo si avvia verso il sapere come se andasse in guerra, con attenzione, timore, rispetto e assoluta si­curezza. Andare verso il sapere o andare in guerra in condizioni diverse da questa è un errore, e chiunque lo commetta se ne pentirà per il resto della vita».

Gliene chiesi il motivo e lui mi spiegò che quando un uomo ha soddisfatto quei quattro requisiti, non deve rendere conto di nessun errore; a quelle condizioni le sue imprese perdono la fallibilità delle azioni di uno stupido.

 

Se l'uomo sbaglia, o subisce una sconfitta, avrà soltanto perso una battaglia e non dovrà pentir­sene amaramente.

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A Scuola dallo Stregone ( seconda parte)

A Scuola dallo Stregone ( seconda parte)
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La percezione diretta dell'energia consentì agli stre­goni della stirpe di don Juan di vedere gli esseri umani come agglomerati di campi di energia che appaiono sotto forma di sfere luminose.

Osservare gli esseri umani sotto tali sembianze consentì agli sciamani di giungere a conclusioni straordinarie dal punto di vista energetico. Essi notarono che ogni sfera luminosa è singolarmente connessa a una massa di energia di pro­porzioni inimmaginabili presente nell'universo; chia­marono questa massa l'oscuro mare della consapevolez­za.

Osservarono anche che ogni sfera luminosa è unita all'oscuro mare della consapevolezza in un punto anco­ra più luminoso della sfera stessa. Gli sciamani lo chia­marono il punto di unione, perché osservarono che è in quel luogo che avviene la percezione.

In quel punto il flusso dell'energia viene trasformato in dati sensoriali e quei dati vengono quindi interpretati come il mondo che ci circonda.

Quando gli chiesi di spiegarmi come avveniva il pro­cesso di trasformazione del flusso di energia in dati sensoriali, don Juan rispose che l'unica cosa che gli sciamani sanno a questo proposito è che l'immensa massa di energia chiamata l'oscuro mare della consape­volezza fornisce agli esseri umani tutto ciò di cui han­no bisogno per trasformare l'energia in dati sensoriali.

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A Scuola dallo Stregone ( prima parte)

A Scuola dallo Stregone ( prima parte)
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Se dovessi dare una descrizione sintetica di quello che feci nella mia ricerca sul campo direi che lo strego­ne indiano Yaqui, don Juan Matus, mi trasmise l'uni­verso conoscitivo degli sciamani dell'antico Messico che chiamava cognizione. Con questo termine si inten­dono i processi che governano la consapevolezza della vita di tutti i giorni, processi che comprendono la me­moria, l'esperienza, la percezione e l'uso competente di qualsivoglia sintassi.

All'epoca, il concetto di cognizio­ne rappresentava l'ostacolo maggiore. Per un occiden­tale istruito come me era inconcepibile pensare che la cognizione, quale è definita nella speculazione filosofi­ca moderna, fosse qualcosa di diverso da un processo omogeneo e onnicomprensivo, valido per tutta l'uma­nità.

L'uomo occidentale è disposto ad ammettere dif­ferenze culturali che spieghino modi curiosi di descrivere i fenomeni, ma le differenze culturali non potreb­bero mai giustificare l'esistenza di processi legati alla memoria, all'esperienza, alla percezione e all'uso com­petente della lingua diversi da quelli che conosciamo.

In altre parole, per l'uomo occidentale esiste la cogni­zione solo come insieme di processi generali.

Per gli stregoni della stirpe di don Juan, invece, c'è la cognizione dell'uomo moderno e la cognizione degli sciamani dell'antico Messico.

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Uomo Sacro

Uomo Sacro

Un uomo Sacro ama il silenzio, ci si avvolge come in una coperta: un silenzio che parla, con una voce forte come il tuono, che gli insegna tante cose.

Uno sciamano desidera essere in un luogo dove si senta solo il ronzio degli insetti.

Se ne sta seduto, con il viso rivolto a ovest, e chiede aiuto.

Parla con le piante, ed esse rispondono. Ascolta con attenzione le voci degli animali. Diventa uno di loro.

Da ogni creatura affluisce qualcosa dentro di lui.

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Notti Insonni?

Addormentarsi è un'impresa?

Dormire continuamente tutta la Notte un Miraggio? 

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