Il silenzio ha molte qualità.
C'è il silenzio fra due rumori, il silenzio fra due note e il silenzio che si allarga nell'intervallo fra due pensieri.
C'è il singolare, quieto, pervadente silenzio che si diffonde in campagna alla sera ; c’è il silenzio nel quale si ode il latrato di un cane in lontananza o il fischio di un treno che arranca per una ripida salita; il silenzio che regna in una casa quando tutti sono andati a letto, e il suo particolare risalto quando ti svegli nel cuore della notte e ascolti un gufo gridare nella valle; e c’è il silenzio che precede le risposte della compagna del gufo.
C’è il silenzio di una vecchia casa abbandonata, e il silenzio di una montagna; il silenzio fra due esseri umani quando hanno visto la stessa cosa, sentito la stessa cosa, e agito.
Quella notte, specialmente in quella valle remota con le antichissime colline e i loro macigni di forma singolare, il silenzio era reale come la parete che toccavi. E tu guardavi dalla finestra le stelle luccicanti.
Un uomo di sapere possiede la chiarezza mentale
La chiarezza mentale è il tema che fornisce un senso di direzione.
Il fatto che tutte le azioni siano precostituite significa che l'orientamento nell'ambito delle conoscenze trasmesse è ugualmente prestabilito.
Di conseguenza, la chiarezza mentale fornisce soltanto un senso di direzione, riconfermando continuamente la validità del percorso intrapreso attraverso le idee costitutive di
1 libertà di cercare una strada,
In una delle prime fasi del mio apprendistato, don Juan affermò che l'obiettivo dei suoi insegnamenti era «mostrare come diventare un uomo di sapere».
Partendo da tale affermazione, risulta evidente che diventare un uomo di sapere è un obiettivo operativo, così come è ovvio che ciascuna parte degli ordinati insegnamenti di don Juan era, in un modo o nell'altro, mirata al raggiungimento di tale obiettivo.
In base alla mia argomentazione, definire «uomo di sapere» un obiettivo operativo è indispensabile per spiegare un determinato «ordine operativo».
Perciò è lecito concludere che, per capire l'ordine operativo, è necessario comprendere il suo obiettivo: uomo di sapere.
Dopo aver stabilito che «uomo di sapere» rappresenta la prima unità strutturale, mi è stato possibile ordinare con cognizione di causa i sette concetti che seguono come le sue legittime parti costitutive:
«Quando un uomo comincia a imparare, non ha mai obiettivi chiari. Il suo scopo è impreciso, il suo intento vago. Spera di ricevere compensi che non si materializzeranno mai, perché non sa ancora nulla delle difficoltà che bisogna affrontare per imparare.
«Piano piano inizia a imparare, all'inizio un poco alla volta, poi più velocemente. Presto i suoi pensieri cozzano, perché quello che impara è diverso da ciò che si era immaginato, o su cui aveva fantasticato, e così inizia ad avere paura. Imparare non è mai come uno se lo aspetta. Ogni fase rappresenta un nuovo compito, e la paura provata dall'uomo comincia ad aumentare senza pietà, inesorabilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia.
«Ecco che si imbatte nel primo dei suoi nemici naturali: la Paura! Un nemico terribile, insidioso e difficile da sconfiggere. Si nasconde dietro ogni angolo, vaga in cerca di una preda e aspetta. Se l'uomo, terrorizzato dalla sua presenza, fugge via, la sua ricerca sarà compromessa per sempre.»
«Che cosa succede all'uomo che fugge in preda al panico?»
«Niente, a parte il fatto che non imparerà mai. Non diventerà mai un uomo di sapere. Forse sarà un prepotente, o un innocuo vigliacco; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri.»
Mi svegliai sabato verso le tre del pomeriggio, dopo aver dormito per quasi due giorni. A parte un leggero mal di testa, il senso di nausea e fitte all'intestino, il mio risveglio fu normale. Don Juan era seduto davanti a casa, e schiacciava un pisolino. Quando si accorse della mia presenza, mi sorrise.
«E andato tutto bene l'altra notte» disse. «Hai visto rosso ed è tutto ciò che conta.»
«Che cosa sarebbe successo se non avessi visto rosso?»
«Avresti visto nero, e quello è un brutto segno.»
«Perché?»
Ieri notte don Juan mi introdusse nel regno del suo sapere. Eravamo seduti al buio davanti a casa sua. Improvvisamente, dopo un lungo silenzio, cominciò a parlare. Disse che mi avrebbe dato un consiglio usando le stesse parole del suo benefattore il primo giorno di apprendistato. Evidentemente sapeva la frase a memoria, perché la ripetè più volte per assicurarsi che non ne perdessi neanche una parola:
«Un uomo si avvia verso il sapere come se andasse in guerra, con attenzione, timore, rispetto e assoluta sicurezza. Andare verso il sapere o andare in guerra in condizioni diverse da questa è un errore, e chiunque lo commetta se ne pentirà per il resto della vita».
Gliene chiesi il motivo e lui mi spiegò che quando un uomo ha soddisfatto quei quattro requisiti, non deve rendere conto di nessun errore; a quelle condizioni le sue imprese perdono la fallibilità delle azioni di uno stupido.
Se l'uomo sbaglia, o subisce una sconfitta, avrà soltanto perso una battaglia e non dovrà pentirsene amaramente.
La percezione diretta dell'energia consentì agli stregoni della stirpe di don Juan di vedere gli esseri umani come agglomerati di campi di energia che appaiono sotto forma di sfere luminose.
Osservare gli esseri umani sotto tali sembianze consentì agli sciamani di giungere a conclusioni straordinarie dal punto di vista energetico. Essi notarono che ogni sfera luminosa è singolarmente connessa a una massa di energia di proporzioni inimmaginabili presente nell'universo; chiamarono questa massa l'oscuro mare della consapevolezza.
Osservarono anche che ogni sfera luminosa è unita all'oscuro mare della consapevolezza in un punto ancora più luminoso della sfera stessa. Gli sciamani lo chiamarono il punto di unione, perché osservarono che è in quel luogo che avviene la percezione.
In quel punto il flusso dell'energia viene trasformato in dati sensoriali e quei dati vengono quindi interpretati come il mondo che ci circonda.
Quando gli chiesi di spiegarmi come avveniva il processo di trasformazione del flusso di energia in dati sensoriali, don Juan rispose che l'unica cosa che gli sciamani sanno a questo proposito è che l'immensa massa di energia chiamata l'oscuro mare della consapevolezza fornisce agli esseri umani tutto ciò di cui hanno bisogno per trasformare l'energia in dati sensoriali.
Se dovessi dare una descrizione sintetica di quello che feci nella mia ricerca sul campo direi che lo stregone indiano Yaqui, don Juan Matus, mi trasmise l'universo conoscitivo degli sciamani dell'antico Messico che chiamava cognizione. Con questo termine si intendono i processi che governano la consapevolezza della vita di tutti i giorni, processi che comprendono la memoria, l'esperienza, la percezione e l'uso competente di qualsivoglia sintassi.
All'epoca, il concetto di cognizione rappresentava l'ostacolo maggiore. Per un occidentale istruito come me era inconcepibile pensare che la cognizione, quale è definita nella speculazione filosofica moderna, fosse qualcosa di diverso da un processo omogeneo e onnicomprensivo, valido per tutta l'umanità.
L'uomo occidentale è disposto ad ammettere differenze culturali che spieghino modi curiosi di descrivere i fenomeni, ma le differenze culturali non potrebbero mai giustificare l'esistenza di processi legati alla memoria, all'esperienza, alla percezione e all'uso competente della lingua diversi da quelli che conosciamo.
In altre parole, per l'uomo occidentale esiste la cognizione solo come insieme di processi generali.
Per gli stregoni della stirpe di don Juan, invece, c'è la cognizione dell'uomo moderno e la cognizione degli sciamani dell'antico Messico.
Un uomo Sacro ama il silenzio, ci si avvolge come in una coperta: un silenzio che parla, con una voce forte come il tuono, che gli insegna tante cose.
Uno sciamano desidera essere in un luogo dove si senta solo il ronzio degli insetti.
Se ne sta seduto, con il viso rivolto a ovest, e chiede aiuto.
Parla con le piante, ed esse rispondono. Ascolta con attenzione le voci degli animali. Diventa uno di loro.
Da ogni creatura affluisce qualcosa dentro di lui.
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